Come influenzano i Dosha il ciclo della Vita?

Comprendere la Cronobiologia secondo l'Ayurveda.
Come influenzano i Dosha il ciclo della Vita?

Il cuore dell’Ayurveda è certamente la teoria dei tre Dosha: Vata, Pitta e Kapha sono presenti e pervadono tutto ciò che esiste, che vediamo e che percepiamo, compreso il tempo. Infatti, secondo l’Ayurveda la forza dei Dosha varia nel corso della giornata, dell’anno e anche della vita influenzando quindi diversamente il corpo e la mente. È importante conoscere la cronobiologia dei Dosha per adattare uno stile di vita che supporti la nostra salute.

Comprendere come le fasi della vita sono influenzate dai Dosha ci aiuta a capire, e apprezzare, i punti di forza e di debolezza di ogni periodo della nostra vita (e di quella dei nostri cari) per poter agire in prevenzione e vivere con serenità e salute.

È importante tenere a mente che le transizioni tra le varie fasi non avvengono dall’oggi al domani, ma gradualmente. C’è una fase in cui l’influenza di un Dosha inizia a calare e contemporaneamente, un altro Dosha inizia a farsi sentire fino ad arrivare ad essere dominante. Non è che il giorno in cui compiamo 50 anni passiamo dall’età Pitta all’età Vata, ma intorno a quell’età si inizieranno a percepire e vivere situazioni di transizione in cui l’influenza di Pitta (esempio gli ormoni) inizia a calare e il vento di Vata inizia a soffiare: quando il vento di Vata soffia sul fuoco di Pitta si possono avvertire vampate di calore, preoccupazione, fluttuazioni di emozioni.

Una Premessa

Prima di andare a vedere nel dettaglio il ciclo della vita secondo l’Ayurveda, è importante rimarcare come questa scienza osservi tutte le cose attraverso un sistema di qualità: tutti i Dosha portano con sé un insieme di qualità che vengono trasmesse alla cosa che governano. Per esempio, se siamo in presenza di una giornata ventosa e fredda, sappiamo che siamo in presenza di una giornata dominata da Vata che è secco, freddo per natura e che è formato dall’elemento aria. Ogni cosa esistente al mondo, come abbiamo detto, può essere descritta utilizzando la teoria dei tre Dosha e, di conseguenza, anche l’insieme di qualità che questo Dosha possiede.

Questo approccio qualitativo dell’Ayurveda trova conferma nel principio della similarità che afferma come qualità simili aumentano qualità simili e qualità diverse diminuiscono qualità diverse. Per esempio, l’estate è la stagione calda. Il Dosha Pitta, che governa l’estate, è anch’esso caldo, focoso. Quindi una persona con una costituzione in cui prevale Pitta probabilmente d’estate vivrà sicuramente eccessi di calore che si manifesteranno in diversi modi, per esempio, per citarne alcune, acidità di stomaco, diarrea, calore diffuso nel corpo, eruzioni cutanee, infiammazioni. In questo caso, il sistema Ayurvedico suggerirà di introdurre elementi che portino qualità opposte al calore e quindi introdurre rimendi che rinfreschino la fisiologia attraverso, l’alimentazione, la routine, lo skincare e l’utilizzo delle piante.  

In altre parole, le fasi Vata, Pitta e Kapha della vita sono periodi che si susseguono in cui le qualità di quel Dosha sono per natura crescono e queste influenzeranno il nostro corpo e la nostra mente.

La fase della vita in cui un individuo si trova, è solo uno di tanti fattori da considerare quando si parla di mantenimento dell’equilibrio e della salute. Infatti, lo stato di equilibrio dei Dosha, subisce l’influenza anche del clima, dello stile di vita e di molto altro. In ogni caso, avere informazioni appropriate su come i Dosha influenzano i periodi della vita è un’importante opportunità per fare scelte consapevoli e prendere parte attiva nel percorso verso la salute e benessere, nostro ma anche di chi ci sta intorno.

ciclo circadiano Dosha

Infanzia: il periodo Kapha

 È il periodo che va dalla nascita alla pubertà – diciamo approssimativamente i primi 16 anni di vita. Durante questa fase, la vita è supportata e influenzata in larga misura dalle qualità primarie di Kapha.

Il Dosha Kapha in breve

Elementi: Acqua e terra

Qualità: pesante, lento, fresco, liscio, denso, morbido, stabile, soffice

Funzioni di Kapha: struttura, coesione, lubrificazione, idratazione, crescita, nutrimento.

La corrispondenza tra Kapha e il periodo dell’infanzia è piuttosto immediata: l’infanzia è sinonimo di crescita, costruzione di nuovi tessuti, accumulo di massa corporea e rapido aumento di peso e di dimensione corporea. Il corpo necessita di una grande quantità di Kapha per far fronte a tutte queste attività. In altre parole, la rapida crescita e sviluppo, la continua generazione di nuove cellule e tessuti tipica di questa fase, sono processi per natura governati da Kapha. Kapha si occupa anche di regolare il grasso del corpo e rappresenta quindi la benzina per il corpo durante questo periodo di grande crescita e attività. Kapha è il grasso buono nei bambini: quello strato di cuscinetto che inizia ad apparire pochi giorni dopo la nascita e che caratterizzerà, in misura variabile ma costante, tutto il periodo della prima infanzia che inizierà a diminuire lentamente verso la pubertà.

È chiaro che questo Kapha extra specifico dell’infanzia porta con sé una serie di vulnerabilità: quando Kapha aumenta eccessivamente si va incontro a malanni stagionali come raffreddore, tosse, naso che cola, influenza e muco. Se avete figli piccoli o conoscete bambini in età Kapha, sapete benissimo di cosa stiamo parlando. Tutto questo è aggravato anche dal fatto che è proprio durante l’infanzia che il bambino sviluppa il suo sistema immunitario il che rende a volte più difficile per il corpo del bambino liberarsi dell’eccesso di Kapha.

E se da un lato non è possibile evitare completamente questo naturale aumento di Kapha nell’infanzia, dall’altro sappiamo che l’Ayurveda mette a nostra disposizione tutti i mezzi e rimedi per supportare la salute in tutte le fasi e situazioni. Poche e semplici considerazioni potranno essere di grande supporto per i nostri bambini durante questa fase e fare in modo che Kapha non sfoci in uno squilibrio. Cibi freschi, cotti e caldi sono un must unita ad una regolare e commisurata attività motoria, meglio se all’aria aperta. Evitare tutti i momenti di pigrizia e letargia proponendo attività stimolanti e interessanti.

Età Adulta: il periodo di Pitta

L’Ayurveda ci insegna che la seconda fase della vita, quella governata dal Dosha Pitta, che dura dalla pubertà a circa i cinquanta anni. Questa fase della vita è caratterizzata da un naturale aumento delle qualità di Pitta.

Il Dosha Pitta in breve

Elementi: Fuoco e Acqua

Qualità: leggero, pungente, caldo, liquido, sottile

Funzioni di Pitta: digestione, assorbimento, assimilazione, nutrimento, trasformazione, termoregolazione

Pitta è meno denso di Kapha ma più denso di Vata.

Il collegamento tra Pitta e l’età adulta potrebbe non essere così immediato come quello di Kapha con l’infanzia. Se però osserviamo in profondità, la connessione è chiara: questa è la fase della vita dedicata alla digestione e all’assimilazione delle nostre esperienze di vita, si forma la nostra identità, sviluppiamo i nostri talenti, capacità e passioni ed è un’età dedicata alle conquiste e ai risultati. Tutti questi punti sono priorità di Pitta per natura e per tutti è necessaria una buona dose di ambizione e focus (fuoco). Molto adulti vengono infatti visti come fieri, orientati agli obiettivi, e competitivi.

Per natura abbiamo detto che Pitta è caldo, impetuoso: è quindi possibile prevedere a che tipi di squilibri si è esposti durante questa fase della vita. Infatti, in questo periodo si è più soggetti a irritabilità, iperacidità (acidità di stomaco, reflusso, ulcere, ecc), infiammazioni e tendenza a lavorare molto, anche troppo. Per molti, questa fase è caratterizzata da una forte e incrollabile determinazione. La mente e l’intelletto dominano sui bisogni fisici ed emotivi.

Molti aspetti di Pitta nell’età adulta sono necessari alla vita e alla maturazione dell’individuo. Tuttavia, essere a conoscenza dei punti deboli di questo Dosha può certamente aiutare a prevenire l’insorgere di squilibri e disturbi. Il primo e fondamentale passo è mantenere sotto controllo la natura calda di Pitta: evitare, il più possibile, di alzare troppo la propria temperatura corporea, per esempio abusando di terapie come sauna, bagno turco o mangiando spesso cibi piccanti e riscaldanti. Dal punto di vista emotivo, un buon modo per evitare un aumento eccessivo di Pitta è quello di lasciare andare il più possibile i sentimenti di competitività e perfezionismo: gli errori e le scelte sbagliate fanno parte del gioco della vita. È questo il momento in cui imparare ad ascoltare e onorare il proprio corpo attraverso una ruotine di self-care.

Questo è particolarmente importante per le persone che già di per sé hanno una natura dominata da Pitta: sono loro i più “a rischio” in questa fase. Lo stakanovismo e il perfezionismo dei Pitta spesso fa perdere di vista il proprio corpo e le proprie emozioni a favore della produttività. Per queste persone, piccoli gesti di amor proprio possono fare la differenza. Scopri di più sulla routine qui

È importante tenere a mente che ciò che si fa durante la fase Pitta determina come arriveremo alla fase Vata della vita. Più ci si prende cura di sé durante gli anni Pitta, più preparati saranno mente e corpo ad affrontare i grandi cambiamenti che Vata porterà nella nostra terza età.

Terza età: il periodo di Vata

L’Ayurveda ci insegna che la seconda fase della vita, quella governata dal Dosha Vata, che dura dai 50 anni circa fino alla morte. È considerata questa la fase Vata della vita perché vedere un naturale aumento nella fisiologia delle qualità di questo Dosha.

Il Dosha Vata in breve

Elementi: Spazio e Aria

Qualità: leggero, freddo, secco, ruvido, instabile, sottile

Funzioni di Vata: comunicazione, movimento, trasporto, creatività, flessibilità

Questa fase della vita riguarda la competenza, la saggezza, la maturità, l’insegnamento e la condivisione delle proprie conoscenze e talenti. È il periodo in cui storicamente l’uomo è attratto dallo sviluppo spirituale e alla connessione con il cosmo. Allo stesso tempo, è chiaro che se da un lato la parte emotiva/spirituale evolve e cresce, il corpo fisico inizia a non rispondere più come un tempo. Il corpo, i tessuti e le cellule perdono man mano la capacità di rigenerarsi e rinnovarsi e sono come prosciugate dal vento di Vata. La pelle si assottiglia, va incontro a secchezza e disidratazione, e perde lucentezza; aumentano gli elementi spazio e aria nelle ossa causando disturbi come l’osteoporosi; c’è una progressiva tendenza alla perdita di tono muscolare: il Kapha che da bambini la fa da padrone, viene ora quasi completamente rimpiazzato da Vata. Insonnia, ansia, mancanza di concentrazione, nonché difficoltà digestive con conseguenti problemi di assorbimento dei nutrienti. Quando il vento di Vata inizia a soffiare forte sul fuoco di Pitta che ancora non si è completamente spento, si incorre in disturbi come le vampate di calore – tipiche della fase di transizione tra un’età e l’altra.

Se si è lavorato in prevenzione e con consapevolezza negli anni che hanno preceduto la fase Vata e si è mantenuto un salutare equilibrio di tutti e tre i Dosha, allora la transizione sarà facile e fluida: avremmo imparato a ottimizzare le energie fisiche e mentale, e saremo in grado di sfruttare al meglio i punti di forza di Vata. Se invece non ci siamo presi cura di noi nel passato, quando Vata inizia a farsi sentire, si avvertiranno i suoi effetti forti e chiari. È il corpo (e la mente) che ci comunicano che hanno bisogno di nutrimento e cura per contrastare l’aumento delle qualità di Vata.

Come fare?

Vata è il più leggero dei 3 Dosha e per questo il primo ad aumentare ma anche il più facile da riequilibrare. Poche e semplici pratiche quotidiane possono dare un grosso supporto a corpo e mente ad affrontare questa delicata fase – specialmente per gli individui che già hanno per natura un Vata molto pronunciato.

Il primo consiglio dell’Ayurveda per bilanciare Vata è il Massaggio con Olio ayurvedico caldo: a seconda dell’olio scelto questa pratica sarà riscaldante o rinfrescante, ma in ogni caso, stabilizzante, calmante e nutriente. Il corpo ne esce rigenerato e rafforzato, la mente rilassata ed energizzata. Il massaggio ayurvedico eseguito da mani esperte è un toccasana immancabile in questa fase. Tuttavia, fare dell’oleazione ayurvedica una pratica quotidiana di amor proprio è fondamentale: nella tradizione ayurvedica, l’oleazione del corpo con oli ayurvedici viene chiamata “snehana”. Questa parola deriva da Snih che significa “attaccare, stare attaccato” ma anche “amare, voler bene, sentire affetto”. Un gesto semplice, quasi banale, che racchiude in sé l’essenza dell’Ayurveda: è nell’equilibrio dei nostri sensi che ritroviamo il vero e autentico starbene. Massaggiare il corpo con oli ayurvedici nutre, lubrifica e lenisce il corpo, la mente e i sensi.

COME EFFETTUARE L'AUTOMASSAGGIO AYURVEDICO:

Dedicati anche solo 15 minuti al mattino e fai un’esperienza rigenerante. Ti spieghiamo come fare l'automassaggio in 5 semplici passaggi:

  1. Riscalda l'olio ayurvedico: dovrà essere caldo ma confortevole;
  2. Inizia applicando olio sulla testa: massaggia il cuoio capelluto delicatamente per qualche minuto;
  3. Passa al viso: usa sia movimenti circolari che distensivi. Ricorda di includere il collo. Se si vuole massaggiare solo il viso, procedere con la detersione aiutandosi con un asciugamanino caldo e umido e del Latte Detergente. Altrimenti, proseguire con il massaggio del corpo.
  4. È la volta del corpo: applica l'olio su tutto il corpo usando movimenti lunghi e lineari sulle parti lunghe e movimenti circolari sulle articolazioni. Massaggia il ventre con movimenti in senso orario.
  5. Lascia l'olio in posa qualche minuto, tempo di preparare la doccia. Consigliamo di applicare il detergente sul corpo con una piccola quantità di acqua prima di mettersi sotto il getto della doccia. Questo permetterà al detergente di rimuovere l'olio con la sua fase lipidica senza l'effetto "repellente" dell'acqua. Ricorda, l’olio ayurvedico va sempre rimosso dopo massimo 1 ora dall'applicazione: l'olio attrae le tossine in superficie che poi vanno sciacquate.

La natura delicata di Vata lo rende molto sensibile all’attività fisica: una pratica di allenamento ben studiata e personalizzata è la chiave. Le attività che più pacificano Vata sono camminare nella natura, yoga, tai-chi. È importante darsi il tempo di recuperare e di riposare per non sovraffaticare il corpo.

Mangiare cibi nutrienti, caldi, cotti, di stagione e non raffinati diventa ancor più importante ora: aiutare il più possibile la digestione affinché il corpo possa trarre tutti i nutrienti di cui ha bisogno. Evitare i cibi secchi e crudi, cucinare con Ghee e spezie riscaldanti come cumino, zenzero, cannella, pepe.

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